Premessa generale (relativa a tutti i post)

Questo blog esiste grazie ai contributi di vari autori. Il gruppo iniziale (che contiamo di allargare) non è omogeneo per molti aspetti (e non potrà né dovrà mai esserlo), ma condivide l’idea che il tempo della vita meriti di essere vissuto con consapevolezza e passione, anche se la cultura di massa, i rituali sociali .. (continua a leggere la premessa generale)

domenica 1 agosto 2010

Alexander Neill e la scuola di Summerhill

Molti anni fa Gaetano mi regalò un libro di Alexander Neill, intitolato Summerhill, pubblicato in Italia nel 1971 (Forum Editoriale, Roma) e scritto nel 1960. Sono ancora grata a Gaetano per questo regalo che mi ha toccato la mente e il cuore. Il libro è oggi reperibile solo in una edizione ridotta (I ragazzi felici di Summerhill, Red, Novara, 2004), ma merita egualmente di essere letto.

Ciò che colpisce nelle pagine di Neill, scritte in uno stile sobrio e con parole semplici, è l’amore per i bambini unito ad un senso profondo di rispetto e ad una curiosità intellettuale genuina. L’amore è un dono raro e da solo può giovare al rapporto fra genitori e figli o fra maestri e scolari, ma solo se unito alla capacità di rispettare la spontaneità dei bambini e dei ragazzi e di capirne lo sviluppo individuale, può dare dei frutti davvero notevoli.

Neill ha dimostrato nella sua scuola (fondata nel 1921) che i bambini hanno la capacità di “autoregolarsi”, cioè di crescere e socializzare in modo non distruttivo. Essi hanno bisogno di accettazione, di amore e di rispetto, ma non di regole o di indottrinamenti sul bene e sul male. Quando si notano nei bambini comportamenti distruttivi, non cooperativi, apatici, non c’è bisogno di “interventi educativi” tradizionali, perché in tali casi gli interventi ci sono già stati e hanno già dato quei frutti. Anche sul piano dell’istruzione in senso stretto, la scuola dovrebbe quindi fornire stimoli, favorire interessi e ricerche, incoraggiare lo studio ma non “indottrinare”. In ogni caso non dovrebbe punire o instillare sensi di colpa.

Le idee di Neill sono semplici ma profonde e sono anche abbastanza conosciute a livello internazionale, ma non condizionano davvero i processi educativi perché, per essere applicate, richiedono più che una conoscenza teorica, una sensibilità che pochi hanno. Per anni sottovalutato, negli anni ’60 Neill ha ottenuto un grande apprezzamento da parte di studiosi e di giovani. Ha anche ricevuto la laurea ad honorem dalle Università di Newcastle, Exeter and Essex (cfr. http://www.summerhillschool.co.uk/pages/asneill.html).

Neill ha studiato con cura lo sviluppo psicologico individuale e si è opposto all’idea freudiana delle pulsioni distruttive rielaborando a livello pedagogico le idee di Wilhelm Reich, con il quale è stato in contatto. Se la teoria reichiana afferma che la distruttività è una reazione nevrotica e non un aspetto della natura umana, la pratica educativa di Alexander Neill dimostra nei fatti questa idea [cfr. i POST Fisica dell’educazione e Il controllo dell’infanzia e del traffico].

Dopo la morte di Neill, la scuola di Summerhill ha continuato le attività e continua tuttora a svolgerle. Si veda il sito http://www.summerhillschool.co.uk/.

All’inizio del libro, Neill scrive alcune frasi che voglio riportare. “I giornalisti la chiamano la “Scuola-fai-quel-che-ti-pare” suggerendo così l’idea che essa ospiti una banda di selvaggi primitivi, indisciplinati e maleducati. Mi sembra necessario, di conseguenza, scrivere la storia di Summerhill il più onestamente possibile. E’ naturale che io non sia imparziale: tuttavia mi sforzerò di mettere in evidenza tanto i suoi pregi quanto i suoi difetti. I pregi consisteranno nella presenza di ragazzi sani e liberi la cui vita non è rovinata dalla paura e dall’odio. E’ ovvio che una scuola che costringe dei bambini vivaci a sedere nei banchi obbligandoli ad imparare materie inutili, nella maggior parte dei casi, è una pessima scuola. (…) Summerhill è sorta come scuola sperimentale. Ora non lo è più: ora è una scuola dimostrativa e dimostra che la libertà funziona” (pp. 9-10).

Il libro è importante non solo per gli educatori, ma anche per i genitori. Molti problemi che vengono discussi in ambito scolastico sono simili a quelli che i genitori affrontano con i figli in ambito famigliare. E’ pure importante nonostante sia stato scritto da mezzo secolo. Sulle questioni in cui si intrecciano nodi affettivi e problemi conoscitivi il mondo ha la strana capacità di progredire alla velocità delle lumache, mentre solo sul piano della ricerca tecnologica procede speditamente. Il libro è stato uno dei miti degli anni ’60 e ‘70, ma resta ancora importante. Dato che i sessantottini non hanno costruito il “mondo migliore” che sognavano, pur avendo fatto tesoro di Neill e di tanti autori “rivoluzionari”, oggi siamo nella posizione di dover ancora costruire buoni rapporti interpersonali e sociali. Infatti abbiamo alle spalle quattro decenni di “controriforma” che ci hanno fatto piombare in un mondo di non-cultura politica, di demenzialità televisiva e di ignoranza totale per tutto ciò che riguarda lo sviluppo psicologico e affettivo delle persone.

Anche se in alcune pagine si sente che il libro di Neill è stato scritto in altri tempi, la sensibilità e l’intelligenza dell’Autore riescono a far passare idee comunque interessanti. Ad esempio, oggi che l’interruzione della gravidanza è autorizzata e che i profilattici si vendono nei distributori automatici, certe considerazioni di Neill possono far sorridere, ma già ai suoi tempi egli riusciva a ragionare in modo rigoroso e a parlare senza mezzi termini di “malvagia moralità” (p. 272) a proposito dell’ipocrisia e del perbenismo.

Proprio per questi motivi le pagine di Neill ci toccano come una carezza, ci scuotono e ci fanno sciogliere, ma ci fanno anche riflettere.

Silvia



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