Intanto un grazie a Bianca Maria per la segnalazione della pagina web
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/12_Dicembre/07/carogesu.shtml
in cui viene recensito un libro non più nuovo ma che merita di essere ricordato. Il testo, edito da Sonzogno (come il notissimo Io speriamo che me la cavo), raccoglie varie lettere inviate da bambini a Gesù ed ha come titolo proprio il testo di una di queste: Caro Gesù, la giraffa la volevi proprio così o è stato un incidente?
Riporto alcune letterine.
Caro Gesù, abbiamo studiato che Tommaso Edison ha inventato la luce. Ma al catechismo dicono che sei stato tu. Per me lui ti ha rubato l’idea.
Daria
Caro Gesù Bambino, grazie per il fratellino. Ma io veramente avevo pregato per un cane.
Gianluca
Caro Gesù, se te non facevi stinguere i dinosauri noi non ci avevamo il posto, hai fatto proprio bene
Maurizio
Caro Gesù, invece di far morire le persone e di farne di nuove, perché non tieni quelle che hai già?
Marcello
Caro Gesù Bambino, non comprare i regali nel negozio sotto casa, la mamma dice che sono dei ladri. Molto meglio l’iper.
Lucia
Caro Gesù, come mai non hai inventato nessun nuovo animale negli ultimi tempi? Abbiamo sempre i soliti
Laura
Queste letterine, come le altre del libro fanno sorridere, ma fanno anche riflettere. Dimostrano l’assurdità dell’educazione religiosa impartita ai bambini, perché essa viene comunque colta in una prospettiva che non è né quella della teologia tradizionale, né quella degli approcci religiosi più “aperti”, ma è semplicemente quella dei bambini. E per i bambini Gesù è semplicemente un elemento che si intreccia con gli altri elementi della loro concezione della realtà. Una concezione semplice, per certi aspetti rassicurante e per altri inquietante.
Se i concetti di “miracolo” e di “creazione” per i bambini riguardano semplicemente delle “invenzioni”, o delle “buone idee”, come quelle degli scienziati (o dei genitori), bisogna tener presente che anche i concetti di peccato, punizione divina, inferno, ecc. diventano incubi che amplificano le (purtroppo) già note forme di rifiuto sperimentate in famiglia. E in questa direzione c’è ben poco da ridere [cfr. il POST Bambini religiosi?].
Gaetano