Premessa generale (relativa a tutti i post)

Questo blog esiste grazie ai contributi di vari autori. Il gruppo iniziale (che contiamo di allargare) non è omogeneo per molti aspetti (e non potrà né dovrà mai esserlo), ma condivide l’idea che il tempo della vita meriti di essere vissuto con consapevolezza e passione, anche se la cultura di massa, i rituali sociali .. (continua a leggere la premessa generale)

mercoledì 26 maggio 2010

Il corpo delle donne e la responsabilità delle donne

Il documentario (divenuto anche libro) Il corpo delle donne di Lorella Zanardo (si veda la pagina web http://www.ilcorpodelledonne.net/) costituisce un'occasione mancata. La Zanardo è stata brava, all’inizio della sua battaglia, a sottolineare che l'avvilimento del corpo femminile nei programmi televisivi di intrattenimento implicava anche un avvilimento del ruolo maschile. Idea valida, che aveva colpito anche noi, dato che non era scontata nel mondo della “autocoscienza femminile”. Questa Autrice è però andata in tale direzione solo quanto bastava per catturare la simpatia di uomini superficialmente consapevoli dell’orrore imperante e poi si è lanciata nella direzione purtroppo limitata e limitativa della denuncia vittimistica e scandalizzata della mercificazione televisiva del sesso. Proprio in questo modo ha costruito il successo del suo documentario e quindi del suo blog. Anche il libro sarà, presumibilmente un successo. Grazie alla Zanardo ora non abbiamo solo le oche giulive che sculettano in TV (e le oche passive che seguono i programmi più idioti sognando di siliconarsi le tette), ma abbiamo anche un maggior numero di donne “consapevoli” e incazzate che non vanno certo in TV, ma si lamentano con molto fervore della TV. La tradizionale opposizione fra "zoccole" e bigotte ha ceduto il passo alla nuova opposizione fra veline e zanardine (sostenute dai machi pentiti).

Quello che continua a mancare è l’elogio della vita, della sessualità, del piacere di essere più o meno belle o belli ma comunque sensuali. Manca l’idea della libera espressione della sessualità e dell’amore. Manca la profondità. Manca la consapevolezza dolorosa del fatto che le donne (e gli uomini) non sono vittime della TV, ma sono ogni giorno artefici di relazioni sessuali e interpersonali assolutamente insoddisfacenti. I dementi televisivi fanno programmi demenziali non per manipolare povere vittime incoscienti, ma proprio perché sanno di avere un potenziale bacino di telespettatori costituito da persone sessualmente infelici e orientati ad apprezzare gli spettacoli più idioti.

Certamente la TV rafforza ed esalta l’ottusità ridanciana di chi ha troppa paura per vivere in armonia con il proprio cervello, il proprio cuore e i propri genitali. La TV, tuttavia, pesca nel (già) torbido e non crea nulla: avete mai visto un programma televisivo intelligente che abbia "contaminato” con una sfrenata intelligenza la popolazione? Quindi, i programmi svalorizzanti e stupidi non creano, ma presuppongono una diffusa superficialità e confusione. Per questo, la rabbia vittimistica contro i cattivoni che fanno brutti programmi offusca la scomoda verità: quella in base a cui i “cattivoni” sono tanti e sono fra noi ogni giorno e sono sia donne, sia uomini [cfr. il POST Il femminismo: risorsa o fardello per le donne?] .

Proprio la presenza di vendicatrici femministe e intellettualoidi rafforza il successo delle ragazzine esibizioniste che parlano poco e fanno sognare i fessi. Veline seminude o austere pensatrici occhialute sono due facce della stessa medaglia: sia la superficialità ridanciana sia quella pallosa e seriosa coprono il dramma vero costituito dalla presenza di maschi e femmine che non sono consapevoli del loro potenziale umano, affettivo e sessuale. Che non sanno più ridere davvero, che non riescono a gioire dei loro corpi nel privato e solo per tale motivo cercano modelli "semplici" nel mondo televisivo.

Vedere solo l’indecenza delle veline equivale a non vedere la valenza sessuorepressiva della loro presenza nell'immaginario sociale: sì, perché il sesso viene castrato anche dalla sessualizzazione sfacciata dei programmi di intrattenimento, e non solo dai vecchi tabù, così come l’economia va male anche quando l’inflazione fa girare tanti soldi che non valgono nulla. E’ quindi superficiale l’indignazione per la superficialità ed è banale l’indignazione per la banalizzazione del sesso. Nella logica della Zanardo le donne sembrano vittime della voracità maschile, patriarcale, ecc. mentre il mondo è pieno di donne che sbavano per andare a fare le sceme in TV e che vengono appoggiate dalle loro mamme, le quali a loro volta frequenterebbero qualsiasi “papi” pur di “dare un futuro” alle figlie. Chi fa violenza a chi? Le donne che si mostrano come oggetti pur di farsi “notare” o gli uomini che si accontentano di donne che vogliono solo farsi “notare”? Le donne che coltivano la fantasia di essere ammirate o gli uomini che ammirano donne di questo tipo?

Purtroppo, in un mondo che gira male, non si raggiunge il successo ragionando sul fatto che le persone non hanno l’abitudine di amarsi e proprio per questo limite esprimono il peggio di sé. Al contrario, si cattura una bella fetta di pubblico lamentandosi di qualche personaggio o settore della società accusato di “rovinarci la vita”. La Zanardo è una donna più intelligente di tante bigotte e quindi riesce a “sfondare” con donne ideologicamente incompatibili con le suore, ma portatrici di un’analoga tendenza all’indignazione colpevolizzante. Resta però il fatto che sia la Zanardo, sia le suore, sia le veline occultano il vero problema: quello della paura di esprimere i sentimenti e la sessualità. Quella paura che porta a volte a celare il corpo e altre volte ad esibire il corpo, perché in entrambi i casi si nega al corpo il suo valore espressivo, la sua capacità di manifestare desiderio, passione, amore, intimità.

Mancano infatti nella filosofia della Zanardo approfondimenti adeguati relativi alla cultura islamica, che è molto attenta a non mercificare il corpo femminile, ma attentissima a “velarlo” [cfr. il POST Vergogna, orgoglio e femminilità]. Ed è indiscutibile che l’oltraggio del velo non è meno grave dell’oltraggio costituito dall’incitamento a sculettare. E’ anche indiscutibile che le donne-oche sono libere e consenzienti (anche se “incoscienti”) quanto le donne “religiose” che si coprono il volto o i capelli e che quindi lo “spirito samaritano” orientato a “salvare” le povere ragazzine vittime del maschilismo è ingiustificato come lo "spirito samaritano" di chi vorrebbe “liberare” con “imposizioni progressiste” le donne islamiche dal velo.

Le battaglie costruttive sono battaglie per qualcosa (di buono) mentre le battaglie strumentali sono contro qualcosa (oppure sono battaglie per un fine illusorio o mistificante). Nelle battaglie indignate si lancia spazzatura contro altra spazzatura pur di non ravvivare le spinte profonde che potrebbero portare le persone ad esprimersi davvero e ad incontrarsi davvero.


Elisa e Gaetano





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