Premessa generale (relativa a tutti i post)

Questo blog esiste grazie ai contributi di vari autori. Il gruppo iniziale (che contiamo di allargare) non è omogeneo per molti aspetti (e non potrà né dovrà mai esserlo), ma condivide l’idea che il tempo della vita meriti di essere vissuto con consapevolezza e passione, anche se la cultura di massa, i rituali sociali .. (continua a leggere la premessa generale)

venerdì 26 marzo 2010

Luigi de Magistris fra piccola e grande politica


In questi giorni negli Stati Uniti si sta realizzando un cambiamento storico spesso immaginato e mai tradotto in realtà: la riforma del sistema sanitario. Con questa riforma che riguarda solo un settore della realtà sociale statunitense, si attua però il passaggio dalla barbarie alla civiltà, perché le società che non garantiscono i servizi sanitari essenziali non sono società democratiche ma società incompiute.
Io vorrei partire da questa bella notizia per riprendere alcune idee già accennate nel POST Sogni e politica, perché credo che il motivo di questo risultato di Obama dipenda dal modo in cui questo uomo politico ha fatto politica. In altre parole credo che proprio l’aver privilegiato i grandi temi e i valori umani abbia portato Obama a raccogliere consensi più diffusi e più convinti di quelli che hanno in genere ottenuto i politici democratici. E che questo tipo di consenso e di partecipazione diffusa abbia dato a Obama quel tipo di “forza” che non possono dare i semplici numeri delle elezioni o l’appoggio di certe lobby. In altre parole credo che Obama abbia potuto incidere sulla realtà (nel modo più pratico e operativo) proprio perché ha fatto un grande sogno e ha sollecitato nel paese una grande voglia di cambiamenti profondi.
Questa cosa manca in Italia. In Italia si procede in una direzione opposta. In Italia le componenti “storiche” della sinistra sono impegnatissime a sbiadire i loro sogni per paura di turbare l’elettorato moderato che invece è irraggiungibile in quel modo. Le persone ignoranti o spaventate non possono essere scosse da chi cammina sulle uova: alcune dormiranno comunque ma altre possono essere svegliate solo da un grande richiamo a valori a cui non sono insensibili.
Quali sono i sogni della sinistra? Il PD ha il sogno di NON essere più un partito comunista e nemmeno un partito troppo di sinistra. Di Pietro ha il sogno di arrestare i delinquenti e magari fare qualche riformina “popolare”. Le componenti della sinistra radicale ed ecologica hanno il sogno di crescere e di controllare nell’immediato chi lo tiene più lungo, mentre lo hanno tutti corto. Il peggio del peggio sta nel fatto che tutte le componenti di questa “sinistra” condividono solo il sogno di far cadere un personaggio politico squallido (che loro stessi hanno favorito con leggi discutibili durante i governi di centro-sinistra) che raccoglie consensi grazie ad una grave manipolazione dell’informazione e della cultura di massa.
Questo “mini-sogno” della sinistra è un collante che indebolisce e che non rafforza perché si alimenta di indignazione e non di valori. Non include il grande sogno di un nuovo umanesimo, di una rivoluzione culturale che è l’unica arma che può dar fiducia a chi è già di sinistra, che può far tornare all’impegno chi è rimasto deluso e che può svegliare chi ancora dorme accarezzando piccole angosce private.

Non mi sono mai professato marxista perché ho sempre trovato riduttivo l’orizzonte materialistico di quella filosofia e non mi sono nemmeno mai professato cattolico, forse per via degli anticorpi assimilati in una famiglia di comunisti mangiapreti. Eppure ho sempre riconosciuto a queste due tradizioni il merito di essere, appunto, delle tradizioni. Di suggerire, quindi un’idea di uomo e un progetto di società.
Anche nelle tradizioni del socialismo non marxista, del femminismo, dei movimenti libertari e radicali i discorsi sociali sono sempre stati arricchiti da progetti di cambiamento in cui la dignità della persona era considerata il valore ultimo implicito nella discussione di qualsiasi problema particolare.
Per questo ho sempre partecipato con passione alle varie vicende della società e della politica.
Poi, qualcosa si è spezzato.
Da un lato la corruzione, da eccezionale è diventata normale e, quindi, anche le denunce indignate della politica “miserabile” sono divenute abituali, e da un altro lato, la ricerca di “larghe intese” fra i grandi partiti storici ha portato ad uno svuotamento dei loro contenuti.
Siamo arrivati ad un punto in cui la politica, quando non è cronaca giudiziaria è discussione di dettagli.

Le storiche battaglie politiche e sindacali del recente passato prefiguravano una “società dei diritti”, le storiche battaglie storiche dei radicali prospettavano una società laica e rispettosa della libertà individuale ed era un’abitudine consolidata quella di trattare problemi particolari alla luce di un progetto generale
Don Milani partiva dalle vicende di alcuni ragazzini persi in una montagna per parlare di una scuola diversa in una società diversa e scriveva ad “una professoressa”, nel senso di “ad una qualsiasi professoressa”: così ha fatto riflettere una intera generazione di insegnanti e io dopo quarant’anni sento ancora l’influenza di quest’uomo di cui non condivido la fede, ma di cui apprezzo la sensibilità.
Fra quarant’anni, cosa resterà dei libri di Travaglio (peraltro preziosi, doverosi, impeccabili)? Eppure questo bravo giornalista (che non è certo un estremista di sinistra e che lavorava per Montanelli) è la punta di diamante di una sinistra addormentata nel bosco. Questo attaccante è uno specialista di cronaca giudiziaria e non uno specialista di sogni. Nel mondo si sono sempre verificati fatti banali dovuti a scelte di persone miserabili, però le cose che scriveva Gramsci in carcere o Papa Giovanni XXIII riguardavano il futuro di tutti e non le meschinità di qualche individuo temporaneamente dedito a fare qualche imbroglio.

Le meschinità, soprattutto quelle che si traducono in danni di ampia portata vanno denunciate e le denunce sono ancora più meritorie in un mondo in cui tali meschinità in genere sono taciute o vengono fatte passare per atti di eroismo. Però manca alla sinistra (alla sinistra “buona”, cioè alla parte più coerente dello schieramento progressista) quell’apertura di mente e di cuore che consente il passaggio dai problemi contingenti alla prospettiva di una nuova socialità. Come se gli unici cambiamenti immaginabili e immaginati fossero la cessazione della corruzione, la riduzione delle ingiustizie più evidenti e l’evitamento di danni ulteriori. Tutte cose valide che però non possono essere “l’obiettivo” di una sinistra matura, perché costituiscono solo il primo degli obiettivi da incastrare in un orizzonte di cambiamento.

La sinistra sta cioè lavorando nel modo in cui studiano gli studenti diligenti e un po’ tonti: tali ragazzi hanno come obiettivo non quello di lavorare in un ospedale, in un centro di ricerca o in una scuola, ma hanno l’obiettivo di essere promossi a fine anno scolastico.

Voglio riportare l’indice dell’ultima newsletter di MicroMega (21 Marzo 2010).
a) Titolo di apertura su “Rai per una notte” di Santoro.
b) Pedofilia, il papa predica bene e razzola male
c) Note sulle elezioni regionali
d) Intervista a Paola Concia, deputata PD, sul tema della violenza sulle donne
e) Un articolo che riporta la campagna di odio alimentata dal “Partito dell’Amore”
f) Un articolo di Marco Travaglio sulla legittimità di alcune critiche al Presidente della Repubblica
e così via, in calando

Una rivista di cultura, a mio avviso dovrebbe, come è stato in passato, dare degli spunti sul modo di inquadrare i problemi dell’infanzia nella società e sulle possibilità di costruire nuovi rapporti fra infanzia e mondo adulto. Il tema della pedofilia dovrebbe costituire un paragrafo particolarmente doloroso di un testo dedicato a chiarire che l’infanzia è normalmente trascurata e calpestata, anche quando non intervengono esplicite violenze.

Una rivista di cultura dovrebbe analizzare il disastro dell’attuale relazione fra i sessi e non limitarsi a discutere problemi circoscritti (in questo caso la violenza sulle donne)

Una rivista di cultura dovrebbe gettare le basi di un nuovo umanesimo sviluppato attraverso il pensiero critico, il dialogo razionale e il confronto fra concezioni della realtà e non occuparsi solo della par condicio o addirittura dei vari “bavagli”.

Ciò accade nelle riviste BUONE e DI CULTURA. Le altre riviste sono ancor più “popolari”. E le restanti non sono nemmeno di cultura.

Che fare?
Nel blog tempovissuto cerchiamo proprio di toccare questioni generali, di disturbare il perbenismo di sinistra e di scombinare i ragionamenti “politicamente corretti” che fanno da sfondo a lotte politiche banali. Io non sono andato a manifestare per il No-B-Day. Ma che senso ha una sinistra che si coagula contro una persona? Che forza manifesta se dimostra che può solo lamentarsi di un ignobile personaggio politico? Con tali manifestazioni la sinistra celebra la propria debolezza strategica e ideale. Nel blog però scriviamo per pochi lettori affezionati. Non facciamo “trend”. Chi fa trend riempie pagine di giornali con notizie riguardanti prostitute di regime e intrallazzi di corte. Cioè con notizie che dovrebbero occupare un decimo di quello spazio, SE la sinistra portasse aventi delle idee da riassumere, da discutere e da approfondire.

E de Magistris che c’entra?
C’entra perché è stato contattato personalmente da Gianfranco. Non a nome del blog, ma con l’appoggio di alcuni di noi, me compreso. In fondo non è il leader di un partito, anche se è stato eletto all’europarlamento nelle liste di un partito. E’ soprattutto una persona che ha fatto delle lotte coraggiose contro la corruzione e la mafia. Uno di quelli che per fortuna non hanno fatto saltare col tritolo, ma che hanno colpito con le carte bollate. Uno che però ha trovato il modo di continuare la stessa lotta in un altro luogo. Una bella persona. In realtà una vera star hollywoodiana se confrontata al panorama di minorati della politica che dovrebbero “rappresentarci”. Con la recensione al libro e con l'intervista volevamo verificare se questo ex-magistrato fosse disponibile davvero a pensarsi come uomo politico. Come uomo Politico interessato alla grande Politica dei grandi Progetti e non solo alle consuete discussioni politiche. Gianfranco è arrivato all’intervista, ma ad una intervista povera.
Per quelle quattro risposte potevamo anche intervistare Franceschini. A me è dispiaciuto molto. Per de Magistris che ha perso un’opportunità e per il blog, che continua ad essere un buon blog, ma grazie agli altri contributi.

No so se ci saranno sviluppi. Gli unici sviluppi che ritengo probabili sono tutti interni al blog. Vorrei quindi che altri post approfondissero, correggessero o incanalassero queste mie riflessioni che –lo riconosco- sono più amareggiate che costruttive.
Gaetano

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