Premessa generale (relativa a tutti i post)

Questo blog esiste grazie ai contributi di vari autori. Il gruppo iniziale (che contiamo di allargare) non è omogeneo per molti aspetti (e non potrà né dovrà mai esserlo), ma condivide l’idea che il tempo della vita meriti di essere vissuto con consapevolezza e passione, anche se la cultura di massa, i rituali sociali .. (continua a leggere la premessa generale)

domenica 29 agosto 2010

Tanti piccoli colpi di stato



Ora abbiamo il nuovo codice della strada. Tutti ne parlano, o almeno parlano dei dettagli. Non ho notizie (e vorrei averne, eventualmente dai lettori) di contestazioni giuridico-politiche sui principi di fondo del codice della strada e dei tanti altri “codici” che affliggono la nostra convivenza civile e che in realtà costituiscono tanti piccoli colpi di stato.

Quando la democrazia viene abolita, lo Stato si “allarga”, si prende molte libertà e si arroga anche il diritto di entrare nelle vite private dei cittadini per regolarle: decide se e quando ci si può riunire, quali idee sono “giuste” e possono circolare, quali giornali si possono vendere, quali ideali vanno esaltati nelle scuole e così via. Lo stato prende decisioni anche su altre cose: dalle divise dei balilla, al “saluto romano”, alla diffusione delle “verità ufficiali”, alle dimostrazioni di “fedeltà” in base alle quali è possibile fare carriera negli uffici statali.

Da tempo, pur senza aver preso atto di un colpo di stato vero e proprio, ci siamo abituati a sottostare a norme valide per tutti stabilite dalle autorità “competenti”, che non riguardano però solo questioni sulle quali delle regole valide per tutti possono impedire ingiustizie e caos. Pochi e brevi esempi basteranno per far riflettere sui tanti temi che non è possibile elencare.

L’ufficio tecnico del comune non ha solo il potere di decidere se è il caso di costruire un capannone su quello che era un terreno agricolo, ma ha il potere di decidere se a casa mia posso o non posso aprire una porta o una finestra in un muro. Fra i due problemi non c’è una differenza “quantitativa”, ma si può individuare una differenza qualitativa: il primo provvedimento ha “il sapore” di una specifica disposizione comunale, mentre il secondo ha il sapore di un arbitrario intervento nella vita privata di un cittadino.

La persecuzione dei fumatori in atto da anni non ha alcun valore di tutela della salute, ma è semplicemente un arbitrio. Se una persona fuma una sigaretta in un cinema non fa morire nessuno di cancro, ma può disturbare. Può però disturbare anche una donna con un profumo scadente o un uomo con il dopobarba abbondante o con il “sudore cattivo”. Si tratta di una questione di educazione e di organizzazione e non si tratta di un problema sanitario. Anche perché, purtroppo, è proibito sia fumare al cinema, sia allestire nei cinema delle sale per fumatori. Così come in treno è proibito sia fumare sia utilizzare una carrozza riservata ai fumatori. Quindi la legislazione vigente è una violazione della dimensione personale e non l’espressione di una tutela dei cittadini. Non vieta degli abusi, ma delle “cattive abitudini”. Si vedano sul tema le seguenti pagine web:

http://www.forcesitaly.org/Portale_News/news_viewer.php?id=1124

http://www.forcesitaly.org/Portale_News/news_viewer.php?id=1146

http://www.forces.org/

Stessi problemi per il casco. Un conto è stabilire per legge che se in un incidente un motociclista senza casco muore non ha diritto allo stesso risarcimento a cui avrebbe diritto se avesse portato il casco, e un conto è stabilire che i motociclisti devono circolare con un casco in testa.

Stessa cosa per mille altri ambiti in cui lo Stato, da tempo e in misura sempre più accentuata si è preso il diritto di regolamentare le abitudini delle persone anziché definire le loro effettive responsabilità. Il codice della strada è diventato la cartina di tornasole di questo slittamento del ruolo dello stato: da garante della vita sociale a regolatore della vita privata. E’ del tutto ragionevole che la guida in stato di ebbrezza costituisca un aggravante se si verifica un incidente. Non è affatto ragionevole invece che le persone che non fanno alcun incidente debbano venir “perquisite interiormente” (con il “test del palloncino”) se stanno semplicemente guidando, o che abbiano delle sanzioni se hanno bevuto due birre. La legislazione vigente è assurda, perché ci sono persone che con mezza bottiglia di brandy sono lucide e persone che con mezzo bicchiere di spumante si ubriacano, ma a me non interessa tanto l’assurdità quanto la violenza e l’arroganza di questa legislazione: cosa e quanto si beve è una questione personale e non sociale e tale dovrebbe restare anche se effettivamente con queste norme gli incidenti si riducessero di nove decimi: in tal caso quanto diminuirebbe la sofferenza dovuta agli incidenti e quanto crescerebbe la sofferenza dovuta alla cappa di piombo gettata dallo Stato sulla totalità degli automobilisti?

Non voglio nemmeno sfiorare il tema dei limiti di velocità. Ci sono studi secondo i quali gli incidenti calano se NON si mette segnaletica: si vedano queste due pagine web:

http://www.fastandsafe.org.nz/Pages/Media/Monderman.htm

http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_print.asp?idarticolo=359213).

In ogni caso, sembra ragionevole che in caso di incidente si tenga presente anche della velocità presunta tenuta dagli automobilisti coinvolti (come pure dell’usura delle gomme e dei freni, ecc.), ma è semplicemente folle stabilire che in un dato tratto di strada sia opportuno procedere ad una data velocità (indipendentemente dalle condizioni del traffico, dalle condizioni metereologiche, dal tipo di automobile utilizzata, ecc.): lo Stato è responsabile di come fa le strade e non di come guidano le persone e quindi non può decidere per loro in ambiti in cui sono del tutto imponderabili le competenze, lo stato di salute, l’equilibrio psicologico. Un anziano che guida spaventato dal traffico è una mina vagante, ma sarebbe assurdo fargli il "test del nervoso” con un nuovo “psico-palloncino”. Anche un ragazzo un po’ brillo è pericoloso, ma è un adulto ed è responsabile delle conseguenze delle sue azioni, mentre lo Stato non può assumersi la responsabilità di ciò che si può (come?) prevedere come possibile esito delle sue azioni.

Il problema in questione è di una gravità inaudita e costituisce solo la superficie del vero disastro: il silenzio di tutte le forze politiche che si dichiarano democratiche, progressiste o addirittura di sinistra. Tali “forze” (che in realtà sono delle “debolezze organizzate”) si scandalizzano (giustamente) se un funzionario statale si fa la villa lasciandosi corrompere, ma non si scandalizzano affatto se tutto un governo, con i soldi pubblici si intrufola nelle vite private di milioni di cittadini per stravolgerle. I principi per me contano qualcosa e affermo ciò indipendentemente dalle mie abitudini (infatti sono un fumatore ma sono anche astemio): il palloncino mi fa infuriare quanto il divieto di fumare una sigaretta al bar, magari in una saletta riservata ai fumatori. La regolamentazione della vita privata sarebbe assurda anche se i fumatori in italia fossero centomila. E’ ancora più assurda dato che sono milioni. In fondo, si può però dire che se lo meritano: stanno tutti zitti e si lasciano rappresentare da partiti che stanno zitti e che litigano su tutto tranne che su queste cose. Stessa cosa per gli automobilisti: magari diventano irritabili coi figli dopo un autovelox, ma non se la prendono con il loro partito del cuore. Governo e opposizione discutono sui dettagli 10 Km/h in più o in meno, un punto in più o in meno della patente e banalità di questo genere.

Tra l’altro la sinistra ha nel sangue l’idea del “controllo pubblico”: se l’ultimo governo di sinistra fosse ancora in carica non potremmo comprare in contanti nessun bene per importi superiori ai 100 € (mentre con qualche clic circolano nel mondo le tangenti, le ricchezze della criminalità organizzata, le ricchezze accumulate evadendo “seriamente” il fisco). Questo punto a sfavore della sinistra non è ovviamente un punto a favore della destra. Però va detto che se la filosofia del manganello è almeno coerente con le tradizioni più conservatrici, la filosofia del controllo è una vergogna per la sinistra.

Viviamo in una società capitalistica e irrimediabilmente “globalizzata” in cui il 10% della popolazione dispone della metà delle ricchezze. E’ gravissimo, ma almeno se ne parla e a qualcuno sembra ingiusto. Viviamo in una società in cui si rischia di non poter più leggere il giornale. E’ gravissimo, ma almeno se ne parla e molti protestano per le varie leggi già approvate e i vari bavagli in programma che costituiscono un “colpo di stato strisciante”. Viviamo però anche in una società in cui tanti piccoli colpi di stato consistenti in regolamentazioni autoritarie della sfera privata dei cittadini sono stati attuati fra l’indifferenza di tutti e con la compiacenza delle forze che si richiamano agli ideali democratici, liberali e socialisti. Questo è inaccettabile, ma soprattutto fa paura.

Gianfranco

Per scriverci

Inviare eventuali commenti o contributi (senza allegati) scrivendo a:
many.bloggers@gmail.com

Note legali

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7/3/2001.

Questo blog non effettua trattamento di dati personali ai sensi della legge 196/2003.

(Copyright) Tutti i contenuti delle pagine web di questa rivista telematica sono proprietà dei rispettivi autori. Ogni riproduzione, ri-pubblicazione, trasmissione, modificazione, distribuzione e download del materiale tratto da questo sito a fini commerciali deve essere preventivamente concordato con gli autori. E` consentito visionare, scaricare e stampare materiale da questo sito per uso personale, domestico e non commerciale.