Premessa generale (relativa a tutti i post)

Questo blog esiste grazie ai contributi di vari autori. Il gruppo iniziale (che contiamo di allargare) non è omogeneo per molti aspetti (e non potrà né dovrà mai esserlo), ma condivide l’idea che il tempo della vita meriti di essere vissuto con consapevolezza e passione, anche se la cultura di massa, i rituali sociali .. (continua a leggere la premessa generale)

mercoledì 16 settembre 2009

Donne e femmine

Incontrai Paolo alla festa di laurea di un amico comune. Mi piacque subito e cercai di fargli notare che lo avevo notato. Sono passati tanti anni e siamo ancora assieme. Mi guardò negli occhi e io non volli abbassare lo sguardo. Cominciammo così un braccio di ferro, una sfida del tipo “vediamo chi molla”.
Evidentemente volevamo entrambi vincere, ma vincere assieme. In questa prima schermaglia lui capì ciò che gli serviva. E mi chiese qualcosa, per rompere il ghiaccio. Se avesse indugiato un altro po’ avrei cominciato io perché non ne potevo più di guardare se mi guardava. La conversazione fu piacevole, anche scherzosa, ma soprattutto lui fece in modo di farmi sapere che non stava più con la sua compagna, da circa un anno. Così anche io capii ciò che mi serviva. Temevo tanto che fosse così gentiluomo da non chiedermi un appuntamento o un recapito telefonico. Ero decisa a chiederglielo io, ma mi precedette di pochi istanti: “mi piaci molto e non vorrei che scomparissi”. Gli diedi il numero di telefono e gli avrei dato anche la carta di identità. E gli slip.

Mi stuzzicò essere predata e volli rovesciare i ruoli dicendogli che nel weekend sarei stata al mare e che lo avrei aspettato. Io non avevo nessuna intenzione di passare due giorni a prendere il sole, ma mi venne la voglia di farlo, solo per alzare la posta del gioco. Non solo: mi alzai sulle punte dei piedi e lo baciai senza pudore. Mi ricambiò e da allora ci siamo sempre stimati per la nostra mancanza di pudore.
Nel weekend volli controllare che oltre ad essere un animale interessante e intelligente fosse anche umano. Volevo sapere se mi stavo vivendo solo un’avventura erotica entusiasmante o l’inizio di una storia importante. Mi parlò con delicatezza di sé e volle sapere le cose che era importante conoscere di me. Fu attento e molto rispettoso. A letto non mi aveva rispettata, per fortuna. Gli sono ancora grata per esserci, per essere la persona che è, per stare con me. Per essermi vicino quando serve e per lasciarmi andare quando ho bisogno di tempo per me.
Io reggo bene il dolore, ma non sopporto l’idea che lui soffra o che si trovi senza di me in un momento difficile. Credo che l’amore sia una cosa fatta in questo modo.
La mia vita con Paolo è stata lineare. Abbiamo cresciuto un figlio e siamo stati vicini in questa piccola ma per noi grande avventura. So che lui con me ha avuto una vita migliore di quella che avrebbe avuto con un’altra donna. Gli ho risparmiato tante fatiche e gli ho dato me stessa. Lui mi ha ricambiata. Sono orgogliosa della mia dedizione. Un orgoglio bello perché non penso di essere stata migliore di altre, ma di essere stata con lui senza condizioni.

Penso alle donne che fin dalla più tenera età vengono bombardate da idee meschine sul sesso e sulla famiglia; idee moralistiche, religiose, maschiliste, ma anche idee femministe. Ho parlato del primo incontro con Paolo (ovviamente non è il suo vero nome, e anche quello con cui mi firmo non è il mio vero nome) solo per raccontare una di quelle storie semplici che le donne non amano raccontare, concentrate come sono a lamentarsi della tirannia dei maschi.

Questa falsa alternativa fra maschilismo e femminismo mi avvilisce perché penso ai ragazzi e alle ragazze che crescono ascoltando solo queste due campane sulle cose della vita (più la campana dei preti). Manca una comprensione del rapporto fra i sessi alternativa alla barbarie delle convenzioni, alla pochezza della morale sessuale religiosa e alla rabbia del femminismo. Manca una cultura dell’amore fra i sessi. Ma come facciamo ad amare la società se non amiamo la persona che sta con noi?
La “rivoluzione femminista” è inevitabilmente incompiuta e inevitabilmente senza gioia. In realtà è un tentativo mal riuscito di rivoluzione che ha avuto il merito indiscutibile di descrivere dei problemi, ma il demerito di non prospettare soluzioni adeguate.

Ho avuto la fortuna di incontrare Paolo, ma anche la fortuna di essere cresciuta con mia madre. Lei non mi ha mai fatto sentire male con mio padre e ha sempre accettato la mia sessualità. Mi ha mostrato che essere donne è una bella cosa e mi ha fatto capire che lo stesso vale per gli uomini. Poche idee, chiare e soprattutto sentite e praticate. Idee di una donna innamorata e sottomessa solo ai propri sentimenti.

Il piacere sessuale è possibile se c’è amore. Non dipende dal kamasutra, ma solo dalla libertà di cercare il piacere in un abbraccio dato e chiesto con gioia a una persona che si percepisce come affine e tanto cara. Nell’amore non c’è lotta e non hanno senso le trattative, l’opposizione e le discussioni sul sentirsi “oggetto”. Io spero bene di essere un oggetto sessuale per un uomo che è il mio oggetto sessuale, se no siamo solo amici! Il guaio è che si invecchia e che prima o poi si diventa “oggetto di gentilezze”!
Essere un oggetto sessuale, per noi donne significa essere lusingate dal desiderio di un uomo. E’ invece una disgrazia essere esclusivamente un oggetto sessuale, ma questa disgrazia non dipende dal sesso, bensì dalla testa, dal fatto che l’uomo in questione è un coglione e che la donna in questione si è portata a letto un coglione.

La politica rivendicativa “delle donne” è fallimentare perché trascura il fatto che, in un mondo confuso, sia le donne, sia gli uomini, tendono ad avere idee confuse. La chiarezza e la passione possono far risvegliare uomini e donne dal loro torpore, ma le lamentele rivendicative non svegliano nessuno.
So bene di avere avuto il privilegio di crescere in una famiglia un po’ speciale e so che è difficile in genere per le donne (e per gli uomini) sviluppare una personalità accogliente verso l’altro sesso e davvero autonoma, estranea alla logica del dominio, della subordinazione e della rivendicazione. Questa difficoltà deve essere superata, perché produce troppa infelicità, ma non può essere superata con una lotta. Solo lo sforzo di approfondire (negli uomini e nelle donne) l’accoglienza e la ricerca dell’intimità può sottrarre terreno alla prepotenza “maschile” e alla (finta) sottomissione “femminile”.

Silvia

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